L’Associazione Le 7 Note presenta
I CONCERTI DA CAMERA ALLA CaMu
21 GENNAIO 17.30
CONCERTO DI INAUGURAZIONE
Luca Provenzani, violoncello
Fabiana Barbini, pianoforte
L. van Beethoven
Sonata per violoncello e pianoforte, op. 5 n. 2
Adagio sostenuto ed espressivo
Allegro molto, piu tosto presto
Rondò: Allegro
R. Strauss
Sonata per violoncello e pianoforte in fa maggiore, Op. 6
Allegro con brio
Andante ma non troppo
Finale Allegro vivo
Il Duo Provenzani–Barbini si è costituito nel 1994 sotto la guida del M° Franco Rossi ed è ormai considerato uno dei gruppi da camera italiani più interessanti. Il duo ha sempre ottenuto ottimi consensi sia di pubblico che di critica: “…uniti in duo molto affiatato ed equilibrato hanno riscosso un formidabile successo…l’ampia cavata, la solidità tecnica, l’intensa interpretazione del giovane violoncellista sempre coadiuvato in maniera esemplare dalla pianista hanno concorso ad entusiasmare il pubblico…” (Musica eScuola, giugno 1995);
“…davvero notevole l’intesa con l’ottima pianista…questo duo possiede doti espressive non comuni ed una varietà di suoni che si adatta assai bene tanto all’eloquio dolce quanto allo scatto imperioso…” (Il giornale di Brescia, 5 luglio 1995);“…un ottimo concerto di autentica musica da camera…il duo dimostra di saper cogliere appieno la logica del discorso musicale…la pianista si distingueva subito come camerista scrupolosa e soprattutto molto musicale…la sicurezza dell’esecuzione, la vividezza dei contrasti erano tali da rendere davvero avvincente questo concerto…” (Il giornale di Brescia, 21/2/1998).
Il duo ha ottenuto il secondo premio al Concorso Internazionale “Città di Caltanissetta” (1995) e nello stesso anno è risultato vincitore del Concorso ARAM di Roma che gli ha permesso di effettuare importanti tournée all’estero. Nel dicembre del 1995 ha vinto il secondo premio (primo non assegnato) al XIX Concorso Cilea di Palmi ottenendo inoltre il premio speciale della giuria per l’esecuzione della Sonata di Beethoven. Nel 1997 il duo ha ottenuto il secondo premio con premio speciale come miglior duo italiano al Concorso “Città di Corsico” ed il terzo Premio con premio speciale quale miglior duo italiano al prestigioso concorso “Premio Trio di Trieste”. Nel 1998 il duo ha vinto il primo premio al XXII Concorso Cilea di Palmi ottenendo anche l’ambita menzione d’onore. Nel 1999 il duo è risultato vincitore del II Concorso Città di Castelfranco Veneto edizione per duo violoncello e pianoforte ottenendo oltre all’ambito primo premio, il premio speciale per l’interpretazione della Sonata di Brahms, la realizzazione di un CD e l’inserimento in dodici importanti stagioni concertistiche italiane. Il duo ha effettuato numerose registrazioni radiofoniche per la RAI (Scatola Sonora e Radio Tre Suite). Ha seguito corsi con Maestri quali Mario Brunello, Dario de Rosa, Mischa Maisky, Anner Bijlsma, Alexander Lonquich, Yo-Yo Ma, Maureen Jones (Fondazione Romanini di Brescia, Scuola di Musicadi Fiesole, Accademia Chigiana di Siena, Scuola di Musica di Sesto Fiorentino) ottenendo sempre particolari consensi, borse di studio e riconoscimenti. Il duo ha suonato per importanti stagioni concertistiche ed ha effettuato tournèe all’estero (Amici della musica di Firenze, Mestre, Padova, Verona, Bologna Festival, Agimus nazionali, Cidim di Roma, Ravenna Festival, Teatro della Fenice, C.C. Bellunese, MusikHalle di Amburgo, Accademia Chopin di Varsavia, Conservatorio di Lisbona, Asolo Musica, Rathaus diLubecca, ecc.).
Luca Provenzani, violoncellista, allievo per quindici anni dell’indimenticabile M° Franco Rossi si diploma con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze. Frequenta i corsi di perfezionamento con Yo-YoMa, Mischa Maisky, Alexander Lonquich, DarioDe Rosa, Anner Bijlsma, Mario Brunello ottenendo borse di studio e prestigiosi riconoscimenti(borse di studio all’Accademia Chigiana di Siena, la Fondazione Romanini di Brescia, al Concorso Vittorio Veneto (ed.1985/1987), alla Scuola di Musica di Fiesole, primi premi ai concorsi Chieti (1986), Milano, Moncalieri, Genova ect.). Vincitore della Selezione giovani solisti indetta dall’ORTnel 1994 eseguendo il concerto di Saint-Saëns, è stato invitato ad esibirsi successivamente dall’Akademisches Orchester di Friburgo (concerto di Dvořák) ed è stato scelto dalla Rai per rappresentare l’Italia a Lisbona in un concerto da camera radiotrasmesso in diretta in tutta Europa. Si esibisce spesso come solista in varie orchestre, segnaliamo nel 2007 l’esecuzione del Triplo di Beethoven con Andrea Tacchi e Michele Campanella e l’Orchestra della Toscana e nel 2008 la collaborazione con il violoncellista Giovanni Sollima sempre con l’ORT. Come camerista Provenzani si esibisce spesso in duo con il fagottista Paolo Carlini, è membro del Trio Florentia edel Sestetto d’archi di Firenze. Intensa la sua attività di primo violoncello con importanti orchestre come l’OSER di Parma, la RAI di Torino e la Symphonica Toscanini. Stabilmente, ha ricoperto il ruolo di concertino con obbligo del primo violoncello al Teatro dell’Opera di Roma e a partire dal2001 di primo violoncello presso l’Orchestra della Toscana. L’attività didattica di Provenzani l’ha portato a insegnare presso l’Istituto musicale di Carpi, i Conservatori di Siena, Bologna e Firenze, la Scuola di Musica di Fiesole e la Camu di Arezzo. Attualmente insegna al Conservatorio di Livorno. E’ fondatore e Direttore della Scuola di Musica Le 7 Note di Arezzo. Provenzani affianca all’attività violoncellistica anche un importante impegno come organizzatore di eventi. Dal 1997 è Presidente e Direttore Artistico della sezione di Firenze dell’A.Gi.Mus. (Associazione Giovanile Musicale) organizzando per la stessa oltre 1000 concerti e curandola stagione dei concerti in ospedale “Careggi in Musica” e tutte le altre stagioni in ambito regionale nonché l’attività dell’orchestra Agimus Arte. Nel 2008 per i dieci anni della manifestazione “Careggi in Musica” il PRESIDENTE delle REPUBBLICA Giorgio Napolitano ha conferito all’A.Gi.Mus. il Premio diRappresentanza per “l’alto valore sociale ed artistico dell’iniziativa”. Dal 2005 cura l’attività concertistica dell’associazione aretina “Le 7 Note” occupandosi anche della direzione didattica della scuola di musica “Le 7 Note” creando per la città un importante circuito culturale.
Fabiana Barbini, pianista, ha studiato ad Arezzo con il M° Alessandro Tricomi e sotto la guida di Lucia Passaglia presso il Conservatorio Cherubini di Firenze dove si è diplomata con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. E’ laureata in pianoforte II livello presso l’Istituto Franci di Siena sotto la guida del M° Marco Guerrini. Nel 2010 ottiene la laurea con il massimo dei voti in Didattica per l’insegnamento dello strumento presso l’Istituto Pareggiato Mascagni di Livorno. Si è perfezionata presso l’Accademia Chigiana di Siena con il M° Achucarro che l’ha scelta come rappresentante della propria classe per effettuare concerti in collaborazione con l’Accademia senese. Vincitrice della borsa di studio istituita dall’Accademia Musicale Umbra ha frequentato il corso speciale di pianoforte sotto la guida di Ennio Pastorino e Lucia Passaglia. Ha frequentato inoltre i corsi tenuti da maestri quali Anner Bijlsma, Mischa Maisky, Franco Rossi, Mario Brunello ottenendo sempre particolari elogi e riconoscimenti. Ha partecipato a numerosi concorsi pianistici (tra i quali: FIDAPA di Pisa, “Città di Camaiore”, concorso internazionale “Città di Roma”, concorso “Città di Rodi Garganico”, Concorso “Città di Albenga“) classificandosi sempre al primo o al secondo posto. Nel Novembre ‘94 ha ricevuto il secondo premio al prestigioso concorso “PREMIO VENEZIA” (concorso riservato ai diplomati italiani con il massimo dei voti)vincendo una tourneè di concerti, incidendo un compact disc e esibendosi presso il Gran Teatro La Fenice. Ha suonato i concerti di Beethoven, Mozart e Haydn con l’orchestra “I Solisti di Fiesole”, l’orchestra “AgimusArte”, l’orchestra “R. Franci” di Siena, l’orchestra GAMS per il Festival Opera Barga diretta da direttori quali Nicola Paszkowsky, Simone Bernardini, Michele Manganelli, Simone Ori e Carlomoreno Volpini. Come camerista Barbini si esibisce in duo con Michele Marasco, Carlo Failli, Riccardo Massai, Elena Cecchi Fedi. E’ membro del Trio Florentia. Ha collaborato come pianista presso la Scuola di Musica di Fiesole e collabora stabilmente come pianista da camera e in orchestra con l’Orchestra della Toscana ORT con la quale ha effettuato tournèe in Argentina, Cile, Uruguay. Barbini svolge un’importante attività didattica che l’ha vista insegnare presso le scuole comunali di Prato, Pistoia, Sesto Fiorentino, la media statale di San Giovanni ed il Liceo Musicale di Arezzo. Ha fondato la scuola di musica Le 7 Note di Arezzo. Ha insegnato pianoforte principale al Conservatorio di Bolzano, Siena, Udine e Como. Attualmente è docente titolare presso la scuola media Cesalpino di Arezzo.
NOTE DI SALA
ANNO NUOVO MUSICA…”VECCHIA”?
Di Beethoven e Strauss, tra pionierismo e rispetto delle tradizioni
La nuova stagione concertistica si inaugura con un evento che vede protagonista la musica due compositori pilastro per la storia della musica europea, Ludwig van Beethoven e Richard Strauss , affidata alla sapiente e virtuosa interpretazione di Luca Provenzani (violoncello) e Fabiana Barbini (pianoforte). Si potrebbe certamente asserire che ancora una volta ci troviamo di fronte al solito concerto di musica da camera, con i soliti nomi classici e poco spazio per la fantasia, ma se saprete ascoltare il velato racconto simbolico dietro la scelta del programma e intrinseco ai brani stessi potrete saggiare la modernità di un’arte che non finisce mai di sorprendere.
Gennaio, l’inizio, è un mese che prende il suo nome dal dio romano Giano, la divinità dai due volti uno che guarda al passato e l’altro che guarda al futuro, ma è anche conosciuto come il dio del passaggio e degli inizi, sia reali che simbolici; dunque, per principiare l’anno quale migliore colonna sonora se non l’opera di due compositori di quel periodo così carico e intriso di Sehnsucht1 che è il romanticismo? Ma osserviamo ora i brani più da vicino.
La Sonata in Sol minore Op.5 n.2 di L. van Beethoven composta nel 1795, è un’opera giovanile del compositore tedesco che presenta un brillante sguardo verso il prossimo futuro della musica cameristica dell’epoca. La novità e originalità di questa composizione viene a partire dal nome: alla fine del ‘700 infatti la Sonata per pianoforte e violoncello – come genere specifico e formalizzato – non esisteva ancora. Il violoncello era ancora legato – nell’immaginario collettivo di compositori e pubblico – all’antico ruolo di basso continuo che per lunghissimo tempo nelle sonate e concerti da camera ha ricoperto. In questa Sonata invece si presenta un pensiero diverso, una tessitura musicale nella quale i due strumenti tendono sempre più ad intrecciarsi e ad avere un rapporto attivamente dialogico nel tentativo di porli dunque sul medesimo piano, sia a livello virtuosistico sia espressivo: un primo passo concreto – nella storia della musica da camera – per l’emancipazione del violoncello.
Il primo movimento è un Adagio sostenuto ed espressivo dove emerge un carattere intenso e ricco di quel pathos tipicamente Beethoveniano contenuto in un quadro musicale, tuttavia, semplice e rigoroso e, comincia a manifestarsi già in questa sezione l’importanza espressiva della voce del violoncello. Segue l’Allegro molto, piu tosto presto che rappresenta un naturale proseguo del clima proposto nell’Adagio d’apertura, permane la profondità ma si attenua l’intensità con l’intento di lasciare spazio alla gamma di colori dei temi melodici proposti dagli strumenti. Il finale è un Rondò che a sua volta non si discosta dai toni del primo movimento se non nella scelta di offrire un ampio spazio per le vigorose gettate virtuosistiche del violoncello che con il suo andamento brillante chiude la Sonata strizzando l’occhio a suggestioni popolari, anch’esse care al periodo romantico.
Ci troviamo di fronte quindi all’opera di un compositore in un momento di passaggio tra il classicismo e il romanticismo, che pur non negando le influenze del primo tende ardentemente verso il secondo in maniera propulsiva e pionieristica: una felice incrinatura con la tradizione, no ai “Diktat” del passato per fare spazio alla narrazione del suo nuovo presente-futuro.
Segue la Sonata in fa maggiore per violoncello e pianoforte, op. 6 di R. Strauss una composizione caratterizzata da una forte virtuosità tecnica e grande comunicatività espressiva. Quest’opera – scritta in giovinezza dal compositore tedesco nel periodo tardo-romantico – non sfugge all’influenza della musica passata. La Sonata che si articola in tre movimenti Allegro con brio, Andante ma non troppo, Finale Allegro vivo presenta un primo movimento in forma classica tripartita con due temi a contrasto tra loro – dove il primo dei due rappresenta la nota “firma” Straussiana a modo di Valzer – il secondo tempo (piuttosto breve) pare ispirarsi al tardo periodo compositivo di Beethoven – forma tripartita (primo tema, secondo tema, primo tema), con una coda in cui la tonalità maggiore si sostituisce a quella minore e pare accompagnare l’ascoltatore verso un sereno “lieto-fine” che tuttavia non si risolve semplicemente ma si articola in un bel gioco di richiami tra i due strumenti fine a fermarsi su di un espressivo e quieto re minore; l’ultimo tempo condensa i caratteri dello scherzo e del finale, in forma ancora una volta bitematica e tripartita, e la scrittura affidata al pianoforte è molto massiccia, ricorda l’orchestra, tanto che si pensa spesso ad un concerto più che ad una sonata.
Lo sguardo retrospettivo di R. Strauss a contrasto con “l’avanguardismo” Beethoveniano agevola la nostra riflessione e porta quindi una risposta chiara e semplice alla provocazione proposta all’inizio delle note di sala: Anno nuovo musica…”vecchia”? Sì, l’importante è continuare a suonare.
Testo a cura di Alba Cacchiani