11 MARZO: OTTANTOTTO TASTI – GIULIA TONIOLO, PIANOFORTE

L’Associazione Le 7 Note presenta

I CONCERTI DA CAMERA ALLA CaMu

 

11 marzo 17.30

OTTANTOTTO TASTI

Giulia Toniolo, pianoforte

 

F. J. Haydn (1732-1809)
Sonata in do maggiore, Hob.XVI: 50

Allegro
Adagio
Allegro molto

F. Chopin (1810-1849)
Barcarola in fa diesis maggiore Op. 60

S. Prokofiev (1891-1953)
Sonata No. 6 in la maggiore Op. 82

Allegro moderato

Allegretto

Tempo di valzer lentissimo

Vivace

GIULIA TONIOLO ha iniziato lo studio del pianoforte a 6 anni con Maddalena De Facci sotto la guida della quale ha condotto tutto l’iter di studi diplomandosi da privatista a 16 anni presso il Conservatorio “A. Buzzolla” di Adria con il massimo dei voti nell’a.a.2011/2012. Attualmente studia presso il prestigioso Royal College of Music di Londra sotto la guida delM. Norma Fisher con il sostegno della Robert Turnbull Piano Foundation Scholarship. Inoltre nel 2021 ha ottenuto il Diploma di Master dell’Accademia di Musica di Pinerolo studiando nella classe dei Maestri P. De Maria, A. Lucchesini, F. Gamba, E. Stellini e R. Castro. Negli ultimi anni si è esibita con continuità in numerosi recital solistici nell’ambito di importanti festival e in prestigiose sedi tra cui “Il Maggio del Pianoforte” presso il Teatro Diana di Napoli, “Primavera di Baggio” presso la Chiesa Vecchia di Baggio,il Festival del Monferrato presso la Chiesa Ss Trinità di Lu Monferrato (AL),il“46° Cantiere Internazionale d’Arte”di Montepulciano, il Festival delle Nazioni a Roma, “Concerti a Palazzo” presso il Palazzo Ragazzoni di Sacile, “E Lucevan le stelle…” presso la Villa Rospigliosi di Lamporecchio (PT),”Musica d’Estate” a Bardonecchia, “Hai diritto alla musica” presso l’Auditorium A.B. Michelangeli di Savona, il Teatro Comunale di Pistoia, Palazzo Cavagnis e Palazzo Albrizzi a Venezia, il Teatro “E. Duse” di Asolo, il Teatro delle Muse di Pineta di Laives, il Teatro Zancanaro di Sacile, la Sala Darsena di Lignano Sabbiadoro, il Teatro Eden e il Museo Santa Caterina di Treviso, l’Accademia Ars Nova di Trieste, la Villa Giglioli di Ficarolo. Parallelamente allo studio del repertorio solistico, Giulia svolge attività cameristica e si è esibita in numerose occasioni in recital in duo violino e pianoforte e in duo violoncello e pianoforte. Ha tenuto concerti cameristici suonando per importanti rassegne tra le quali “Nuovi Concertisti” per il 38° Festival Internazionale di Musica di Portogruaro, “Carniarmonie” presso la Pieve di San Martino a Villa di Verzegnis (UD), “Armonie in città” presso la Chiesa della Beata Vergine del Carmine (UD). Sta attualmente studiando musica da camera in formazione di trio nell’ambito dei corsi di perfezionamento tenuti dalla prof.ssa F. Repini presso la Fondazione “Luigi Bon” di Tavagnacco (UD), sostenuta dalla Borsa di Studio Munari-Volpini. Ha inoltre suonato più volte in veste di solista con le orchestre JOL di León (Spagna),Monferrato Classic Festival, “Ferruccio Benvenuto Busoni” di Empoli e “Concentus Musicus Patavinum” di Padova. Nell’ultimo anno ha vinto il XXXIII Concorso Internazionale “Premio Rovere d’Oro 2022” di San Bartolomeo al Mare, il Concorso “Premio Crescendo 2022”di Firenze, il 2°premio al Premio nazionale Giangrandi-Eggmanndi Cagliari; è risultata finalista al Premio Tschaikowsky di Sobrio (Svizzera) e vincitrice dell’audizione pianistica per il 46°Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano (SI).Nel 2019 ha vinto il 2°premio al“6th International Béla Bartòk Piano Competition” di Graz (Austria).Giulia haconquistato il 1° premio in oltre 40concorsi a categorie nazionali e internazionali, tra cui “Moncalieri International Piano Competition”,“Premio Crescendo” di Firenze, “G. Rospigliosi” di Lamporecchio, “Andrea Baldi”di Bologna, “J. S. Bach”di Sestri Levante,“Città di Palmanova”. E’ risultata tra i vincitori al XXIV Festival Chopin di Sochaczev in Polonia suonando presso il museo Chopin a Zelazova Wola e il Palazzo Szustra a Varsavia.

Nel 2018 è stata selezionata e ha preso parte al Venice Music Master con il M. Pietro De Maria suonando presso le Sale Apollinee del Gran Teatro La Fenice. Nel 2019, in qualità di premiata del Concorso “Maria Giubilei” di Sansepolcro, ha vinto una borsa di studio per frequentare i corsi della Summer Academy con il M. Aquiles Delle Vigne presso il Mozarteum di Salisburgo. Nel 2021 ha ricevuto il diploma d’onore in quanto è risultata vincitrice della borsa di studio come migliore allieva della Masterclass di Pianoforte del M. Andrea Lucchesini presso l’Accademia di Musica Stefano Strata (PI) ed inoltre è stata selezionata per frequentare il corso di perfezionamento con il M. Lilya Zilberstein presso l’Accademia Chigiana di Siena.

 

 

NOTE DI SALA

OTTANTOTTO TASTI

 

Con l’arrivo dei primi soli si risvegliano i gorgoglii dei ruscelli e i cinguetti degli usignoli, ahinoi non è ancora il tepore giusto per i concerti all’aperto ma ci penseranno i trilli e gli arpeggi delle musiche proposte oggi da Giulia Toniolo a portare anche nella sala da concerto un po’ di primavera.

Il primo brano che andremo ad ascoltare è la Sonata in Do Maggiore Hob:XVI:50 (1794-95) di F.J. Haydn, compositore austriaco principe del classicismo, un lavoro germinato nel periodo di piena maturità dell’autore. L’opera è testimonianza dell’ultima periodo compositivo nell’ambito della Sonata per pianoforte, strumento che si presentava nella sua forma moderna già a partire dal 1780.

La Sonata si compone di tre movimenti: Allegro, Adagio, Allegro molto nel pieno rispetto della tradizione della forma classica. L’Allegro si costruisce sostanzialmente su di un piccolissimo nucleo tematico, le tre note che compongono la triade di tonica della tonalità di impianto (Do-Mi-Sol) in staccato. Questo piccolo germoglio mette in moto un vero e proprio caleidoscopio di colori musicali che Haydn sapientemente dosa e distribuisce tra modulazioni armoniche intriganti, che si esauriscono in un guizzo di estro artistico puro in chiusura del movimento dove all’ordinaria ripresa il compositore aggiunge quattro battute in pianissimo “open pedal” che offrono all’ascoltatore un atmosfera sonora magica ad effetto carillon. Il secondo movimento, Adagio, consta di una linea melodica ampia e ricca di fioriture inserita in una struttura bipartita semplice ma raffinata, una grazioso quadro compositivo con giochi di ombre e luce che hanno ispirato e affascinato compositori contemporanei e successivi, tra questi il giovane Beethoven. Chiude la Sonata l’Allegro Molto un movimento a carattere minimalista tratto tipico della mano di Haydn dove vediamo sostanzialmente un tema conciso e brillante presentato in varie tonalità differenti, interpolato da silenzi e corone, impegnato per l’intero movimento in un giocoso nascondino con se stesso, quasi come Narciso e lo specchio d’acqua.

Proseguendo su questa suggestione ondosa approdiamo al secondo brano del concerto la Barcarola in fa diesis maggiore Op. 60 di F. Chopin. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un’opera composta nella sua maturità dall’autore e si tratta di una pagina di grande profondità spirituale e scelte stilistiche pregnanti. Di grande raffinatezza, quasi impressionista, il brano presenta un fortissimo lirismo e analogia strutturale con i suoi celebri Notturni e allo stesso tempo in essa vive quella dilatazione formale e tavolozza espressiva propria della Ballata o della Fantasia, generi poematici ben padroneggiati dal tormentato compositore polacco. Questa pagina ospita in se suggestioni espressive presentate attraverso scelte armoniche e melodiche ricercate che fluttuano nella marea di vibrazioni impetuose e dal gusto romantico che Chopin ha saputo elegantemente suscitare.

Chiude il concerto la Sonata n. 6 in la maggiore op. 82 di S. Prokofiev composta nel 1939, che ci proietta in un ambientazione sonora completamente differente. Da un punto di vista formale l’opera si costituisce di quattro movimenti Allegro moderato, Allegretto, Tempo di valzer, Vivace. Il primo movimento è strutturalmente piuttosto analogo al tipico percorso prescritto dalla forma-sonata ad eccezione della ripresa dove i materiali di partenza sono rimaneggiati e riorganizzata in maniera inaspettata, il secondo movimento invece si presenta in termini di forma, colore e carattere somigliante ad uno Scherzo. Il Tempo di valzer, il terzo movimento, impostato sul tipico andamento ternario (¾) che vede tuttavia un’altra suddivisione dello stesso all’interno della battuta, un tempo di 9/8, che dona all’opera una suggestione disorientante. Chiude il brano il tempo Vivace dove incontriamo nuovamente il materiale sonoro contenuto nella sezione di ripresa del primo tempo, che definisce così la circolarità dell’opera.

La peculiarità del brano risiede nell’efficacia espressiva delle scelte del compositore nel riportare su pentagramma una frammentazione e disgregazione in atto nella propria realtà, quella appunto della seconda guerra mondiale. In aggiunta alle scelte formali operate è da sottolineare anche il linguaggio armonico e melodico adottato: le due mani, i due sistemi sono dislocati su piani tonali sovrapposti con un’allusione alla politonalità – già adottata da colleghi est europei – che va a destrutturare e riorganizza in maniera grottesca lo spazio sonoro fatto di linee melodiche e cellule motiviche mosse da un motore tensivo e propenso all’urto: un triturarsi di riflessi che restituiscono l’immagine deforme di un paese e mondo devastato dalla guerra.

L’ultimo ascolto proposto – per le origini del compositore e per il contesto storico di germinazione dell’opera – ha oggi più che mai un gusto contemporaneo e, non può non suggerire un parallelo e una riflessione sul conflitto in atto attualmente in area europea per il quale mi permetto qui di esprimere un pensiero e una speranza: che come per noi accade in questa occasione, torni anche per loro presto ad essere Primavera.

 

Testo a cura di Alba Cacchiani