25 FEBBRAIO: DA CHOPIN…A CHOPIN! – SARA DE SANTIS, PIANOFORTE

L’Associazione Le 7 Note presenta

I CONCERTI DA CAMERA ALLA CaMu

 

25 febbraio 17.30

DA CHOPIN…A CHOPIN!

Sara De Santis, pianoforte

 

F. Chopin

Notturno op. 27 n°1

Tre mazurke op. 59

Scherzo op. 54

Sonata op. 58

 

 

SARA DE SANTIS, nata nel 2004, comincia lo studio del pianoforte all’età di sei anni. Dal 2017 studia al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze, prima sotto la guida di Maria Teresa Carunchio, e attualmente di Fabrizio Lanzoni. Nonostante la sua giovane età ha già all’attivo un’intensa attività artistica, costituita da concorsi nazionali ed internazionali, masterclasses, e concerti in Italia e all’estero. Nel 2018 è stata invitata, quale vincitrice assoluta della sua categoria nel “4° Concorso pianistico internazionale–Città di San Donà di Piave”, al Festival Pianistico “Giovani Talenti alla tastiera”, nella splendida cornice di Villa Loredan Franchin. Nel luglio 2019 è vincitrice assoluta al “Concorso Internazionale Pietro Iadeluca” a Carsoli (AQ), dove le viene assegnata una borsa di studio e due concerti premio. Nel 2020 è stata ospite della rassegna “Concerti al Tempietto” a Roma; sempre nel 2020 è stata selezionata dal conservatorio per tenere un concerto nella prestigiosa Sala Bianca a Palazzo Pitti. Nel 2021 si segnalano importanti successi al “Premio Crescendo” di Firenze, dove le è stato assegnato il premio “Margherita Gallini” per la migliore esecuzione di un brano di Chopin, al Concorso “Giovani Promesse” di Spirano (BG), al Concorso “Andrea Baldi” di Bologna e al “Premio Dallapiccola” di Firenze. Ha frequentato in qualità di allieva effettiva masterclasses con Michèl Beroff, Andrea Lucchesini, Sergio De Simone ed Enrico Baiano. Il suo repertorio spazia dal Barocco al Novecento con una speciale attenzione a F. Chopin e C. Debussy, particolarmente affini alla sua sensibilità musicale. Nell’aprile 2022 è stata selezionata tra i vincitori di Attraverso I Suoni, progetto di A.Gi.Mus. Firenze, Grosseto, Arezzo e Fondazione CR Firenze per il sostegno alla carriera professionale di giovani talenti under30.

 

ATTRAVERSO I SUONI è UN progetto nasce dalla collaborazione tra le sezioni A.Gi.Mus. di Firenze,  Grosseto e Arezzo con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che si propone di individuare giovani talenti toscani in campo musicale per accompagnarli in un cammino professionale,  fornendo loro competenze e soft skills necessarie per il mondo del lavoro.

 

NOTE DI SALA

 

DA CHOPIN A…CHOPIN!

Quando si pensa alla musica per pianoforte solista l’autore che prima di tutti fa capolino nella mente di esperti e appassionati è senza dubbio Chopin ed è proprio al compositore polacco che è interamente dedicato questo appuntamento della nostra stagione concertistica.

Il primo brano che andremo ad ascoltare è il Notturno Op. 27 No. 1 (1835), l’opera insieme al secondo notturno della raccolta Op. 27 compone una sorta di diade armonica – o meglio, enarmonica – complementare. Il primo notturno è composto nella tonalità di Do diesis minore mentre il secondo si muove sulle sonorità di Re bemolle maggiore che appunto secondo il principio dell’armonia tonale classica corrispondono di fatto alla medesima nota: due nomenclature, due volti della stessa espressione artistica. Anche da un punto di visto di carattere dei brani, di fatto vi è un certo equilibrio: il Notturno no.1 – che ascolteremo in quest’occasione – presenta atmosfere misteriose e drammatiche con una tessitura armonica cangiante ed irrequieta, mentre la seconda composizione è più cantabile e dai toni più quieti. Ciò che più di tutto gli accomuna è un parco armonico ampio e variegato caratteristica propria e irrinunciabile nel vocabolario sonoro di Chopin.

Seguiranno le Tre mazurke op. 59 composte nel 1845, un altro genere musicale diffusamente associato all’opera di questo compositore romantico. Si tratta di un’opera di suggestione popolare, ad ispirazione – nello specifico – di un’antica danza polacca del ‘500; i tre brani ognuno in forma ternaria A-B-A sono rispettivamente nelle tonalità di la minore, la bemolle maggiore e fa diesis minore. In questa raccolta – che contiene solo tre delle 59 che compongono il corpus di mazurke dell’opera di Chopin a noi pervenute – il modello ternario base della danza viene impreziosito da rapide parentesi di passaggio melodico-armoniche che paiono esulare dai temi principali esaltando l’originalità e genialità della scrittura pianistica.

Il penultimo brano che andremo ad ascoltare è lo Scherzo Op.54 composto nel 1842. Si tratta di una pagina di musica che non ebbe una generosa accoglienza da parte della critica dell’epoca poiché fortemente differente dalle sonorità di quelle opere a carattere doloroso e tumultuoso a cui il nome di Chopin era oramai già inevitabilmente legato. Questo Scherzo si presenta come una composizione fortemente riflessiva, fatta di poche note e molti silenzi, quasi sospiri che fanno pensare più ad una ricerca timbrica che formale da parte del compositore polacco. Nonostante sia dei quattro Scherzi del corpus Chopiniano il meno noto ed eseguito, si tratta di un’opera dal sapore pionieristico nella quale possiamo trovare una costruzione melodica fatta di temi sospesi, quasi simbolica, che anticipa la poetica di un altro noto compositore – che vedrà la luce circa vent’anni dopo la scomparsa di Chopin – l’impressionista Claude Debussy.

Chiude il concerto la Sonata Op. 58 (1844) un brano di grande difficoltà esecutiva, l’ultima Sonata di Chopin composta cinque anni prima della sua morte. L’opera si articola in quattro movimenti Allegro maestoso, Scherzo: Molto vivace, Largo, Finale: Presto, non tanto. Agitato. Il primo movimento si costruisce su due temi diversificati ma non a contrasto tra loro, il tema d’apertura nella tonalità di impianto si sgrana su di una scrittura di tipo contrappuntistico e ritmo asciutto mentre il secondo motivo si presenta più cantabile e morbido, in re maggiore, con un richiamo alla liricità tipicamente italiana già notato nei Notturni. Segue lo Scherzo – che sostituisce il tempo lento, tipicamente collocato nel secondo movimento della Sonata –  dove emerge un carattere leggero e vorticoso che si acquieta in un recitativo interno al movimento che recupera l’intimità caratteristica di Chopin. Il terzo tempo, il Largo, è caratterizzato dall’utilizzo di accordi sospesi e scelte timbriche estetiche fortemente raffinate, assimilabile al genere del Notturno. Il Finale chiude la composizione e si costruisce su di un tema che viene progressivamente dilatato e reiterato in scala, diviene sempre più ampio mantenendo il carattere allegro e brillante come quello del Rondò.

Come sarà noto ai più Chopin è considerato a pieno titolo “il poeta del pianoforte”, un autore che per scelte compositive, introspezione e percorso di vita (nonché morte) si considera pienamente romantico. Questo giovanissimo talento segnato una tragica malattia, legato da un amore fervente alla sua patria, la Polonia – la sua produzione musicale è legata nell’immaginario collettivo all’insurrezione della stessa – e relazioni intense ma infelici, rimane un baluardo della storia della musica pianistica e non. Ancora oggi la memoria di questa figura unica trasmette la suggestione ad interpreti e pubblico della sua persona come quella di un artista, un uomo dall’interiorità complessa e completa che nonostante il breve suo tempo sulla terra con la musica e con la vita abbia saputo brillantemente giocare, in virtù di questo e senza altri indugi, la parola a Chopin…che la danza sia!

 

Testo a cura di Alba Cacchiani