I CONCERTI DA CAMERA ALLA CaMu – 3 dicembre ore 17.30

29 Novembre 2022  •  Pubblicato in Archivio, Concerti

L’Associazione Le 7 Note presenta “I Concerti da Camera alla CaMu”:

ATTRAVERSO I SUONI

sabato 3 dicembre ore 17.30

Maria Salvatori, violoncello

Rosamaria Macaluso, pianoforte

Musiche di Strauss, Brahms

Progetto Attraverso i Suoni –  A.Gi.Mus. Sistema Futuro

Maria Salvatori, nata a Firenze nel 2004, inizia lo studio del violoncello all’età di cinque anni, dimostrando fin da subito un talento particolare, che la porta ben presto ad ottenere significativi riconoscimenti. Nel 2016 vince la borsa di studio come migliore studente in assoluto della Scuola di Musica di Fiesole che frequenta nella classe di Marianne Chen prima e Luca Provenzani poi; nel 2017 inizia a studiare con Ivan Monighetti a Basilea. Nel 2021 vince la borsa di studio per l’ingresso alla Escuela de Música Reina Sofia di Madrid che frequenta da settembre. Maria ha vinto premi nazionali ed internazionali come il primo premio al Concorso Nazionale “Riviera Etrusca”, il primo premio al 7° Concorso Internazionale “Antonio Salieri”, il primo premio all’11° Concorso Internazionale “Antonio Janigro” in Croazia ed il primo premio assoluto al XII Premio Crescendo – Città di Firenze nel 2021. Nel 2019 ha vinto l’audizione come primo violoncello della Royal Concertgebouw Youth Orchestra di Amsterdam e nel 2020 quella per lo stesso ruolo nella Verbier Festival Junior Orchestra (VFJO). Suona in varie formazioni da camera con le quali si è esibita in importanti istituzioni concertistiche quali il Teatro La Fenice di Venezia, gli Amici della Musica di Firenze, la Filarmonica Romana e il Cantiere Internazionale d’arte di Montepulciano. Beneficia di una borsa di studio della Internationale Musikakademie in Liechtestein prendendo parte alle “intensive music weeks” e alle attività che lì si svolgono. Dal 2020 Maria è sostenuta dall’Associazione Musica con Le Ali. Nell’aprile 2022 è stata selezionata/o tra i vincitori di Attraverso I Suoni, progetto di A.Gi.Mus. Firenze, Grosseto, Arezzo e Fondazione CR Firenze per il sostegno alla carriera professionale di giovani talenti under 30.

Rosamaria Macaluso, pianista classe 2003, debutta a soli 10 anni con l’Orchestra Sinfonica Siciliana diretta da Hobart Earle presso il Politeama Garibaldi di Palermo. Nel 2013 viene premiata come Outstanding Talent all’Ibla Grand Prize ed invitata ad esibirsi alla Carnegie Hall di New York; successivamente risulta vincitrice di numerosi concorsi pianistici tra cui il Premio Abbado 2016, il I° Concorso città di Cremona, il Concorso Internazionale di Foggia (2019) e il Premio Crescendo istituito dalla Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana che le permette di esibirsi con la Foss eseguendo il Konzerstück di Cécile Chaminade sotto la direzione di Jean-Luc Tingaud. Parallelamente agli studi al Conservatorio di Palermo, prima con il M. Donatella Sollima ed attualmente con il M. Paolo Scanabissi per il Triennio Accademico di I livello, segue il corso di perfezionamento pluriennale tenuto da Andrea Lucchesini alla Scuola di Musica di Fiesole. Rosamaria è risultata vincitrice del Premio Hermes 2019. La giovane pianista è inoltre sostenuta dall’Associazione Musica con le Ali che promuove e valorizza i migliori giovani talenti italiani. Ha in suo attivo un’attività concertistica notevole, visto la giovane età. Ha suonato al Ridotto dei Palchi del Teatro alla Scala, nella sala Piatti a Bergamo, Filarmonica Eliodoro Sollima e Associazione Amici della Musica di Palermo, festival estivo I Giardini della Filarmonica organizzato dall’Accademia Filarmonica Romana nel parco della sede, G.A.M. di Milano, nella stagione dei concerti della città di Scandicci (FI) al Centro Arte Vito Frazzi e nella casa Mozart di Rovereto in duo con la violoncellista Caterina Isaia. Nell’aprile 2022 è stata selezionata tra i vincitori di Attraverso I Suoni, progetto di A.Gi.Mus. Firenze, Grosseto, Arezzo e Fondazione CR Firenze per il sostegno alla carriera professionale di giovani talenti under 30.

NOTE DI SALA

Brahms, Strauss e il repertorium 

11 Marzo 1829, esecuzione della Matthäus-Passion di J.S. Bach diretta da Felix Mendelsshon Bartholdy – celebre compositore tra i protagonisti del romanticismo tedesco – questa la data di nascita ufficiale (decretata e riconosciuta dall’accademia musicologica) di un concetto più che necessario nella storia di ogni musicista, compositore o studioso di musica: il repertorio. Dal latino repertorium ‘catalogo’ derivato di riperire, trovare, fare ricerca; da questo momento in avanti si apre la retrospettiva – in prima battuta in particolare l’opera del sommo maestro barocco J.S. Bach – sulla musica del passato, aprendo un nuovo punto di vista, più consapevole e arricchito di un bagaglio artistico e culturale che ha permesso tanto la sopravvivenza di opere altrimenti destinate all’oblio, quanto la creazione di capolavori ex-novo ispirati a “linguaggi” precedenti divenuti imprescindibili. Fenomeno, questo, (ai nostri occhi quasi banale e scontato) non estraneo alla penna di Johannes Brahms e Richard Strauss compositori la cui opera stasera sarà protagonista del nostro concerto. 

La Sonata in mi minore n. 1 op. 38 di J. Brahms infatti – composta tra il 1862 e il 1865, primo brano che andremo ad ascoltare in questa occasione – si caratterizza per la presenza di molteplici riferimenti e omaggio alla tradizione settecentesca. In particolare è evidente il riferimento all’Arte della fuga di Bach: il tema principale del primo movimento si ispira al soggetto del Contrapunctus 4, analogamente quello del finale, che è sintesi tra la fuga e la forma di sonata, si intesse sul soggetto del Contrapunctus 13. La sonata si articola in tre movimenti Allegro non troppo, Allegretto quasi Menuetto, Allegro ed è a carattere fortemente lirico, il violoncello legato in una trama contrappuntistica con le due linee del pianoforte, si muove lungo l’intero arco della sonata in una tessitura piuttosto grave ponendo in primo piano la grande espressività di questo strumento così caldo e pieno di colore. Andando ad analizzare più da vicino l’ordito della sonata si può ammirare come con maestria Brahms lo abbia costruito su di un piccolissimo intervallo discendente di semitono: Do – Si – l’Ursatz – il cuore dell’intero arco espressivo. 

Segue la Sonata in fa maggiore per violoncello e pianoforte, op. 6 di R. Strauss una composizione caratterizzata da una forte virtuosità tecnica e grande comunicatività espressiva. Anche quest’opera – scritta in giovinezza dal compositore tedesco nel periodo tardo-romantico – non sfugge all’influenza della musica passata. La Sonata che si articola in tre movimenti Allegro con brio, Andante ma non troppo, Finale Allegro vivo presenta un primo movimento in forma classica tripartita con due temi a contrasto tra loro – dove il primo dei due rappresenta la nota “firma” Straussiana a modo di Valzer – il secondo tempo (piuttosto breve) pare ispirarsi al tardo periodo compositivo di Beethoven – forma tripartita (primo tema, secondo tema, primo tema), con una coda in cui la tonalità maggiore si sostituisce a quella minore e pare accompagnare l’ascoltatore verso un sereno “lieto-fine” che tuttavia non si risolve semplicemente ma si articola in un bel gioco di richiami tra i due strumenti fine a fermarsi su di un espressivo e quieto re minore; l’ultimo tempo condensa i caratteri dello scherzo e del finale, in forma ancora una volta bitematica e tripartita, e la scrittura affidata al pianoforte è molto massiccia, ricorda l’orchestra, tanto che si pensa spesso ad un concerto più che ad una sonata. 

Al passato, dunque, non sfugge nessuno (nemmeno gli antichi)! 

 

Testo a cura di Alba Cacchiani 

 

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