OMAGGIO A BACH – 1 ottobre ore 17.30 alla CaMu Marco Milelli, clarinetto e Roberto Caberlotto, fisarmonica

L’Associazione Le 7 Note presenta:

I CONCERTI DA CAMERA ALLA CAMU

1 ottobre ore 17.30

OMAGGIO A BACH
Marco Milelli, clarinetti
Roberto Caberlotto, fisarmonica

Johann Sebastian Bach

Sonata in DO maggiore BWV 1033

Andante – Allegro – Adagio – Minuetto

Sonata in MIb M BWV 1021

Allegro moderato – Siciliana – Allegro

Adamo Volpi
Preludio op. 31
per fisarmonica

Roberto Caberlotto
Elegia B
per clarinetto basso e fisarmonica

Béla Kovàcs
Hommage a J.S. Bach
per clarinetto in Sib

Johann Sebastian Bach

Sonata in sol minore BWV 1020

Allegro – Aagio – Allegro

 

Roberto Caberlotto ha studiato fisarmonica, pianoforte e composizione con Ivano Battiston e Bruno Coltro diplomandosi, con il massimo dei voti e la lode, presso il Conservatorio Cherubini di Firenze. Si è perfezionato successivamente con Hugo Noth e Joseph Macerollo ed ha partecipato ai Seminari sulla fisarmonica tenuti da Salvatore di Gesualdo, aggiudicandosi il Premio Speciale del Docente nel 1993 e la borsa di studio nel 1996. Intensa l’attività concertistica che lo ha visto protagonista in diverse importanti stagioni concertistiche italiane ed estere. Ha suonato con l’orchestra regionale della Toscana, sotto la direzione di importanti compositori e direttori d’orchestra quali Berio, Eötvos, Benjamin. E’ stato solista di fisarmonica con l’Orchestra d’archi Italiana, l’Ensemble Zandonai di Trento, l’orchestra d’archi Legrenzi, la Cappella Musicale della Cattedrale di Ravenna, l’orchestra d’archi Ars Armonica e il Tammitam Percussion Ensemble di Venezia. Si è affermato in diversi concorsi nazionali ed internazionali, risultando vincitore assoluto a Genova (’84), Vercelli (’86), Camalò (’90). Ha collaborato ed eseguito in prima assoluta opere di diversi compositori italiani quali Ennio Morricone, Paolo Ugoletti, Fabrizio De Rossi Re, Tiziano Bedetti, Andrea Talmelli, Fabrizio Festa, Massimo Priori, Rolando Lucchi, Riccardo Riccardi, Mario Pagotto, Lorenzo Fattambrini, Nicola Straffelini, Francesco Schweizer, Claudio Scannavini, Stefano Bonilauri e altri. Pubblica per la casa editrice Bèrben di Ancona. Insegna fisarmonica e cultura musicale presso la Scuola Musicale Il Diapason di Trento. E’ stato docente presso i corsi di interpretazione musicale del Festival Musicale Savinese di Monte San Savino (AR). Ha inciso per diverse etichette discografiche: Ema Records, ACD Records, Alia Musica Records, Il Diapason Edizioni, e diversi lavori discografici sono stati presentati a Rai Radio Tre e Radio Belgrado. E’ attivo come compositore, arrangiatore e promotore di eventi culturali.

 

Diplomatosi in clarinetto nel 1989 presso il Conservatorio “Tomadini”di Udine, Marco Milelli ha conseguito la Laurea Specialistica in Clarinetto Solistico nel marzo 2007 con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Riva del Garda, nella classe del M.° Lorenzo Guzzoni.
Ha avuto modo di studiare e perfezionarsi con Luigi Michieletto, Anthony Pay (Padova-Seminario di clarinetto, agosto 1990), Luca Lucchetta (Portogruaro-Corso Annuale della Fondazione Santa Cecilia 2000-2001), Johannes Peitz (master class – Trento 2006), Mate Bekavac (St. Paul-Austria agosto 2008-2009-2010) e per il clarinetto basso con Davide Lattuada (master class – Trento 2007).
Nel 2002 ha conseguito il diploma in sassofono con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “Steffani” di Castelfranco Veneto, nella classe di Gabriele Giampaoletti.
Ha partecipato ai Corsi Estivi di Perfezionamento di Spilimbergo (Pn) nella classe di sassofono dei Maestri Mario Marzi e Mario Giovannelli, nell’edizione del 2000 e del 2001.
Svolge attività concertistica sia in veste solistica che cameristica e orchestrale, alternandosi tra la famiglia dei clarinetti e quella dei sassofoni.
Dal 1991 si dedica con passione all’insegnamento ed attualmente è docente di clarinetto, sassofono e musica d’insieme presso la Scuola Musicale “Il Diapason” di Trento.

 

 

 

 

 

1° Ottobre 2022 | OMAGGIO A BACH – Note di sala

L’evento inaugurale della stagione 2022 dei nostri Concerti da Camera alla CaMu vede Roberto Caberlotto (Fisarmonica) e Marco Milelli (Clarinetto) impegnati in un programma omaggio al compositore tedesco J. S. Bach; il duo propone un percorso musicale che vede l’esecuzione di brani originali dell’autore barocco – come le Sonate BWV 1020 in sol minore, BWV 1031 in Mib maggiore e la BWV 1033 in Do maggiore – ma anche opere di ispirazione bachiana scritte da compositori novecenteschi e contemporanei quali Adamo Volpi, Béla Kovàcs e lo stesso Roberto Caberlotto.

Il primo brano che andremo ad ascoltare è la Sonata in Do maggiore BWV 1033 di J. S. Bach – per flauto e basso continuo – composta intorno al 1736. La Sonata, proposta in questa occasione in un organico inusuale per il suo periodo di composizione, si articola in quattro movimenti Andante, Allegro, Adagio e Minuetto (quest’ultimo una forma di danza a sua volta bipartita e con ritornello); la peculiarità di questo brano risiede – oltre che nella dubbia paternità dello stesso, palleggiata tra Bach padre e Bach figlio – nella pressoché totale assenza di pause, il brano si presenta infatti come un flusso sonoro continuo punteggiato dall’interazione contrappuntistica tra la voce di basso (in questo caso affidata alla fisarmonica) e  quella dello strumento principale (clarinetto) che trasmette contemporaneamente tanto un senso di leggerezza e gioco quanto di compostezza e rigorosità compositiva.  Sono proprio queste ultime due caratteristiche che fanno pensare all’opera come ad un esercizio di scrittura a carattere didattico – come ipotizzato da recenti studi musicologici – commissionato da J. S. Bach a Carl Philipp Emmanuel Bach, dal maestro all’allievo e di padre in figlio, che offre tuttavia ai due strumenti uno spazio di espressione virtuosistica importante.

Il concerto prosegue con la Sonata in Mib maggiore BWV 1031 ancora una volta ad opera del compositore tedesco, il Thomaskantor di Lipsia. Il brano, anch’esso destinato in origine a Flauto e Clavicembalo, si compone di tre movimenti – Allegro Moderato, Siciliana, Allegro – e si apre con una lunga introduzione solista della tastiera che presenta, in particolare nella mano destra, una scrittura dal gusto e piglio quasi chitarristico. A partire dall’entrata dello strumento a fiato fino al termine dello spartito, l’opera si costruisce su un’interazione tra le due parti molto differente da quella incontrata nella sonata precedente: le due voci tendono spesso infatti a scambiarsi di posto, a duettare ed imitarsi, procedendo su piani paralleli ed intrecciati che rendono gli strumenti complementari limando raffinatamente i confini tra parte solistica e accompagnamento. Il I e il III movimento sono a carattere virtuosistico e giocoso, come da indicazione in apice agli stessi, mentre il movimento centrale in tonalità minore risulta più lirico e struggente.

Segue il primo brano per strumento solo, il Preludio Op. 31 (1949) di Adamo Volpi per fisarmonica, un’opera a carattere virtuosistico di acclarata ispirazione Bachiana, a partire appunto fin dal titolo. L’incipit del pezzo ricorda l’apertura del Preludio in re minore BWV 554, secondo degli Otto piccoli preludi e fughe di J. S. Bach e la fisarmonica prosegue ad intessere la trama della composizione con una texture polifonica di stampo barocco; l’autore ha espresso in questo brano una scrittura di tipo contrappuntistico tradizionale individuando in questo strumento ‘moderno’ l’erede delle tastiere antiche. Si tratta di una composizione anche di grande valore didattico per lo strumentista poiché ospita scale e arpeggi, note doppie, accordi, abbellimenti vari e numerosi procedimenti polifonici ed è inoltre un ottimo studio per il controllo del mantice e del suono tenuto. La solennità e la massa sonora di questo pezzo ricordano fortemente quella dell’organo, strumento principale di Volpi, informazione nota a Vittorio Melocchi – compositore – che nel suo articolo Le composizioni di Adamo Volpi (v. “Fisarmonica”, n.5 – 1963) indicando consigli tecnici vari per l’esecuzione del brano suggerisce di dare “a tutto il pezzo un’impronta di stile organistico mantenendo un ritmo uguale e costante, con espressione misurata e severa senza sdolcinature.

Successivamente incontriamo Elegia B per clarinetto basso e fisarmonica, di Roberto Caberlotto oggi con noi in veste di autore e interprete, è il primo brano della raccolta Quattro Elegie per Bach (2006) opere dedicate appunto al compositore tedesco e costruite sulla sequenza delle note che corrispondono al nome BACH nella notazione tedesca (B= Si bemolle, A= La, C= Do, H= SI). Il pezzo è di carattere grave e funebre come si confà tipicamente appunto ad un’elegia “e i suoni legati al nome Bach, vengono usati come ‘pedale’[1].

Il penultimo brano è ancora una volta una composizione per strumento solo, Hommage à J. S. Bach di Béla Kovàcs  per Clarinetto, è la prima miniatura di una raccolta di omaggi musicali a vari compositori quali appunto J. S. Bach, C. Debussy, R. Strauss e molti altri ancora. Il brano si ispira ai diversi stili di scrittura bachiana facendo districare il clarinetto tra scale, arpeggi ed echi di modelli e stilemi ad uso frequente nelle composizioni bachiane più note: le tante Allemande, Corrente che troviamo nelle Sonate e Partite per Violino o Violoncello solo, o la rigorosità contrappuntistica e la pulizia del Clavicembalo Ben Temperato e delle Invenzioni a due e tre voci.

Il concerto si conclude con la Sonata in sol minore BWV 1020 di J. S. Bach e offre al pubblico una confortante circolarità di ascolto. Si torna alla familiarità del tipico schema italiano della sonata in tre movimenti con la consueta alternanza Allegro, Adagio, Allegro; l’allegro presenta un dialogo molto stretto tra le due parti, il II movimento ha dei toni più lirici come un canto di struggente nostalgia affidato a note lunghe tenute mentre l’ultimo tempo si caratterizza con un piglio più virtuosistico con brillantezza di accenti sonori ed un procedimento compositivo per modulazioni che pare strizzare l’occhio ad un altro gigante del periodo barocco, il compositore veneziano Antonio Vivaldi.

 

Testo a cura di Alba Cacchiani

[1] Adriano Amore, La letteratura Italiana per Clarinetto – Storia, analisi, discografia e curiosità, p.68, Frasso Telesino, 2011